Probiotici vs prebiotici: differenze e come usarli
Probiotici vs prebiotici: differenze, quando usarli, possibili effetti e consigli pratici
Dr. Francesco Filippi
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Prebiotici vs probiotici
I probiotici sono microrganismi vivi che, in quantità adeguate, possono apportare un beneficio all’organismo. In pratica: batteri o lieviti “buoni” presenti in alcuni alimenti o integratori. I fermenti lattici sono microrganismi selezionati che, una volta ingeriti, transitano nell’intestino e possono supportare la digestione e l’equilibrio della flora (batteri utili).
I prebiotici, invece, sono fibre selettive (non digeribili dall’uomo) che nutrono i batteri benefici già presenti nell’intestino. Esempi: inulina, FOS (frutto-oligosaccaridi), GOS (galatto-oligosaccaridi). Questo aiuto “nutrizionale” favorisce la loro crescita e il mantenimento dell’equilibrio del microbiota (comunità di microrganismi intestinali). Perché è importante? Un microbiota in equilibrio è associato a una migliore funzionalità intestinale e a una produzione ottimale di SCFA (acidi grassi a corta catena), come il butirrato, che è carburante per le cellule del colon.
Quando fanno bene
La cosa nota: una dieta varia e ricca di fibre si associa a un microbiota più equilibrato. Non c’è solo il probiotico: contano molto i prebiotici che lo nutrono, perciò entrambi sono fondamentali.
Inulina/FOS/GOS: fibre fermentabili che favoriscono la crescita di batteri “buoni” e la produzione di SCFA; possono aiutare la regolarità intestinale. (Associazioni, non prova di causa generale.)
Butirrato (SCFA): è “carburante” per le cellule del colon e contribuisce a una barriera intestinale efficiente.
non c'è da preoccuparsi però, queste fibre si possono trovare comunemente nella frutta e verdura che si consuma abitualmente, l'importante è mangiarne la giusta quantità; 400g di frutta e verdura distribuiti su tutti i pasti sono sufficienti al raggiungimento della quota consigliata (25 grammi o più al giorno)
quando possono dare problemi
Aumentare bruscamente i prebiotici può dare gonfiore e gas: è meglio salire gradualmente.
I probiotici hanno un buon profilo di sicurezza nelle persone sane, ma immunodepressi, grandi fragilità cliniche o prematuri richiedono valutazione medica perché, raramente, sono riportati eventi avversi.
i pazienti con IBS (sindrome dell'intestino irritabile) dovrebbero valutare con il medico curante l'assunzione di fibre, dato che molto spesso possono provocare maggiore fastidio ed infiammazione.
come comportarsi
alimenti e cosa nutrono:
Topinambur, cicoria, aglio, cipolla, porro, asparagi → nutrono Bifidobacterium (fibre tipo inulina/FOS).
Legumi (ceci, fagioli, lenticchie, soia) → sostengono Bifidobacterium (GOS).
Avena, orzo → aiutano batteri che producono SCFA (beta-glucani).
Patate/riso/pasta cotti e poi raffreddati → favoriscono i produttori di butirrato.
Mele con buccia, agrumi → fibre pectiniche → più SCFA.
Frutti di bosco, cacao amaro, tè verde → polifenoli → associati a ↑ Akkermansia.
Yogurt, kefir → apportano lattobacilli (probiotici alimentari).
FAQ
Posso assumerli insieme agli antibiotici?
Spesso si consiglia di distanziare; in soggetti fragili l’uso va valutato.
Effetti collaterali frequenti?
Gonfiore e gas all’inizio, di solito transitori. Attenzione e supervisione medica in immunodepressione o condizioni critiche.
Quali cibi contengono prebiotici?
Aglio, cipolla, porri, asparagi, avena, legumi, banana poco matura; prebiotici anche come ingredienti (es. inulina).
COSA RICORDARE
Probiotici = microrganismi vivi; prebiotici = fibre che li alimentano.
Le fibre prebiotiche portano a SCFA (acidi grassi a catena corta), tra cui il butirrato che è energia per il colon.
la quantità di fibre giornaliere dovrebbe essere almeno 25 grammi al giorno.
Attenzione in soggetti fragili; sempre meglio il consiglio del medico
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